Rigenerazione Urbana nell’Orto-Frutteto

Da anni presidiamo e ci impegniamo a rendere sempre più vivo, insieme ad altri, questo spazio verde urbano, attraverso attività di rigenerazione, sia ambientale che sociale.

Si tratta di un antico orto-frutteto situato all’interno delle mura della città di Piacenza, che attraverso l’attivazione di socie e soci dell’associazione e collaborazioni con altre realtà locali, stiamo cercando di tutelare dal costante e crescente rischio di abbandono e cementificazione.

Con questo scopo ci attiviamo quotidianamente attraverso il lavoro volontario per attuare interventi mirati ad aumentare la biodiversità vegetale e animale, quali: realizzazione di siepi, bordure, filari agroforestali, tutela delle piante già presenti e incremento delle varietà e delle essenze, creazione o preservazione di aree destinate alle specie selvatiche o spontanee, gestione di uno spazio ad orto, tutto ciò con attenzione ai principi dell’agroecologia.

Inoltre, organizziamo laboratori di ortoterapia, attività inclusive di avvicinamento al verde ed eventi aperti mirati a rendere vivo lo spazio quale laboratorio di sperimentazione di pratiche sostenibili e di stili di vita consapevoli.


Cosmonauti a.p.s.
L’Organizzazione è già parte della coalizione Azione Terrae?

Si

Via Marazzani Visconti 6, 29122 Piacenza
Lucia Rossetti
cosmonauti.aps@gmail.com
3208341015
https://cosmonauti.org/

Data di inizio

2017-04-01

Data di fine

Titolo del progetto (se la pratica è parte di uno specifico progetto)

Rigenerazione Urbana nell’Orto-Frutteto

Paese o paesi d’implementazione della buona pratica

Italia

Paese principale

Italia

Regione e città

Piacenza Emilia Romagna

Dimensioni dell’agroecologia coinvolte nella pratica

Ambientale, Sociale, Politica

Principale tema strategico

Terra

Terra: priorità

Alta

Semi: priorità

Alta

Mercato: priorità

Bassa

Servizi: priorità

Media

Donne: priorità

Media

Giovani: priorità

Alta

La pratica ha qualche certificazione?

No



Precedenti esperienze di agroecologia sul territorio individuato, considerando la categoria e le aree di intervento/pilastri scelti

Si

Specificare le dimensioni agroecologiche

Ambientale, Sociale, Politica

Bisogni individuati, riferiti al contesto e alle categorie

Bisogni ambientali, Bisogni sociali, 1


In questa sezione si intende approfondire la pratica in relazione al documento AT e all’SDG 4.7.

Obiettivi della buona pratica

Tutelare e preservare, attraverso la realizzazione di iniziative piccole, rispettose e costanti, uno spazio urbano unico, dal rischio concreto di abbandono e successiva cementificazione con la perdita di biodiversità vegetale, animale e sociale.

Che tipo di sfida è stata affrontata?

Le sfide quotidiane nella gestione di una associazione di promozione sociale sono numerose e legate sia alla complessità del lavoro collettivo, delle collaborazioni con realtà esterne o al peso della burocrazia. Inoltre le sfide legate al lavoro con la Terra, in un clima sempre più imprevedibile, sia dal punto di vista meteorologico che sociopolitico, si riversano anche e soprattutto sul lavoro quotidiano delle singole piccole realtà locali, generando da un lato incertezza, dall’altro spirito di iniziativa, resistenza e risoluzione dei problemi.

Spiega le tue scelte

Le nostre scelte sono dettate dalle esigenze personali e collettive di orientare il nostro stile di vita verso azioni quotidiane maggiormente sostenibili e inclusive, perciò cerchiamo di vivere in prima persona, collettivamente e attivamente questo spazio, per prendercene cura costantemente e mantenerlo aperto e fruibile a chi sia interessat a viverlo in modo responsabile. Prediligiamo iniziative piccole ma significative e che puntino alla qualità, alla relazione e alla sostenibilità ambientale e umana.

In che modo la pratica incontra le 5 P dell’Agenda 2030

1) Persone: iniziative dal basso, basate sull’autodeterminazione
2) Prosperità: ricerca di una buona qualità del lavoro e promozione dell’autoproduzione
3) Pace: collaborazione nella complessità e nella diversità attraverso metodi non violenti
4) Partnership: collaborazione con numerose altre realtà del territorio
5) Pianeta: agroecologia nel piccolo per agire locale pensando globale


In quali settori la pratica ha apportato maggiori cambiamenti?

Governance delle risorse naturali (terra, acqua, foresta, agrobiodiversità), Sviluppo associativo e istituzionale (includendo reti e cittadinanza attiva), Altro

In quale Tema Strategico la pratica ha apportato i maggiori cambiamenti?

Terra, Semi, Servizi, Giovani

Spiegare in termini qualitativi e quantitativi

Quotidianamente tuteliamo lo spazio attraverso laboratori di ortoterapia per una decina di adulti con disturbo dello spettro autistico.
Organizziamo iniziative con le scuole al fine di permettere alle classi di fruire dello spazio verde e di aumentare la sensibilità verso le aree che vanno presidiate e difese.
Organizziamo mensilmente dei laboratori aperti legati a pratiche di autocostruzione, autoproduzione o al mantenimento di conoscenze tramandabili esclusivamente attraverso la pratica della tradizione orale e esperienziale.
Ci occupiamo personalmente della piantumazione di centinaia di piante.

Descrivere le azioni per replicare la pratica

– Laboratori di ortoterapia;
– Attività di educazione ambientale con le scuole basate in primo luogo sulla fruizione di spazi all’aperto;
– Laboratori aperti di pratiche di autocostruzione, autoproduzione quali: riconoscimento delle erbe spontanee commestibili, realizzazione di cesti, innesti, potature, bioedilizia, autocostruzione di attrezzi, autoriparazione, gestione dell’orto, ecc…
– Piantumazione.

Descrivere come la pratica sia sostenibile

Attualmente dal punto di vista economico la pratica non è pienamente autosostenibile, si basa su finanziamenti esterni che coprono le spese, ma resiste da anni perché non si basa sulle logiche di mercato ma su una sostenibilità legata alla ricerca costante, di un piccolo gruppo di persone, di socializzare le fatiche (come ad esempio quelle legate alla gestione burocratica), i costi e gli obiettivi, attraverso la ricerca di pratiche quali la chiusura dei cicli e lo sforzo di mantenere attive reti locali di supporto.