Il 18 settembre scorso, la città di Louga, nel nord del Senegal, ha ospitato l’atelier “Agroecologia e prodotti del Senegal”.
Il 18 settembre scorso, la città di Louga, nel nord del Senegal, ha ospitato l’atelier “Agroecologia e prodotti del Senegal”, organizzato nell’ambito delle attività di Azione TerrAE – Coalizione per la Transizione Agroecologica e del progetto PRO-VIVES – Programma per la valorizzazione dell’impresa verde e sociale per l’innovazione, la crescita e il lavoro (finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo). L’incontro, presieduto da un rappresentante del Ministero dell’economia sociale e solidale e della micro-finanza, ha segnato un importante momento di bilancio e riflessione sui risultati raggiunti e sulle prospettive future dell’agroecologia nel Paese.
Tra i tanti momenti significativi, l’atelier ha fornito l’opportunità di presentare il lavoro di Azione TerrAE e, in particolare, come una visione comune e un approccio integrato permettano alla Coalizione di lavorare sulla ricerca, il coordinamento, l’advocacy e la formazione, con l’obiettivo di diffondere i principi dell’agroecologia anche all’interno della cooperazione internazionale.
Da sottolineare la presentazione di Letizia Molinari, ricercatrice e borsista del progetto Azione TerrAE in Senegal che ha illustrato l’applicazione in Senegal della metodologia OASIS (Sistema Originale di Indicatori dell’Andagine Agroecologica)), sviluppata da Agroecology Europe. Questo strumento di valutazione misura il livello di transizione agroecologica di un’azienda agricola attraverso cinque dimensioni – pratiche agricole, viabilità economica, aspetti socio-politici, ambiente e biodiversità, resilienza – articolate in quindici temi e cinquantasei criteri. La ricerca, condotta tra luglio e agosto 2025 su sette aziende agricole distribuite tra Saint-Louis, Dakar, Thiès e la Casamance, continuerà nei prossimi mesi con ulteriori indagini sul campo e una sintesi dei risultati, al fine di aprire nuove riflessioni e orientare le politiche di settore.
L’atelier ha inoltre permesso di presentare l’esperienza dei “campi sperimentali” realizzati dall’azienda italiana GREEN HAS ITALIA nell’ambito del progetto. Specializzata nella produzione e commercializzazione di soluzioni per la nutrizione vegetale, l’impresa ha messo a disposizione i suoi biostimolanti innovativi, ottenuti da estratti naturali e compatibili con l’agricoltura biologica: un esempio concreto di come ricerca e innovazione possano contribuire a un’agricoltura più sostenibile.
I prodotti sono stati testati presso aziende agricole del territorio di Louga e i risultati, presentati dal partner locale FAPAL, hanno evidenziato benefici significativi su pomodori e agrumi, sia in termini produttivi e qualitativi, sia in termini di vigoria delle piante. L’esperienza conferma quindi l’importanza dei biostimolanti come strumenti per rafforzare la resilienza delle colture e migliorare le rese, a condizione che vengano applicati correttamente e accompagnati da un’adeguata formazione tecnica sul campo.
La giornata si è conclusa con un dibattito aperto sullo stato dell’agroecologia in Senegal: i progressi degli ultimi anni sono stati riconosciuti da tutti i partecipanti, così come la necessità di rafforzare ulteriormente il sostegno agli attori locali, consolidare le filiere agricole e garantire la durabilità dei risultati. L’atelier di Louga ha dunque rappresentato un’occasione preziosa per condividere esperienze, valorizzare i traguardi raggiunti e rafforzare le sinergie tra progetti e organizzazioni che, insieme, stanno contribuendo a tracciare la strada verso un futuro più giusto e sostenibile per le comunità rurali senegalesi.
(La versione integrale di quest’articolo è stata originariamente pubblicata sul sito web di LVIA, qui)
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