Coalizione per la

transizione agroecologica in Africa

transizione agroecologica in Africa

Azione TerrAE, Coalizione per la transizione agroecologica, è formata da 7 associazioni di cooperazione internazionale (ACRA, CISV, COSPE, DEAFAL, LVIA, Mani Tese, Terra Nuova) attive da decenni con propri progetti in Africa Occidentale e 2 reti della società civile italiana ed europea (Rete Semi Rurali e Agroecology Europe), impegnate in attività di sperimentazione, promozione, formazione e diffusione sui temi dell’agroecologia, che coinvolgono il mondo della ricerca e delle organizzazioni contadine.
Scopo

Azione TerrAE è nata con l'intento comune di sollecitare una risposta urgente allo scenario di crisi climatica, con l'obiettivo di sostenere la transizione agroecologica in Africa Occidentale e nelle politiche e nei programmi di cooperazione internazionale.

Un’alleanza nata con la volontà e l’ambizione di agire come soggetto collettivo in una delle aree più tormentate del pianeta. Condividendo competenze e risorse sia nella realizzazione di programmi che nella formulazione di strategie, e promuovendo il dialogo e la collaborazione con tutto il “sistema Italia”: dalla cooperazione governativa a quella decentrata, dalle fondazioni al variegato universo della società civile impegnato sui temi della solidarietà, dei diritti, della giustizia sociale e ambientale, della transizione agroecologica.

Uno scenario di

Crisi

Crisi

L’Africa Occidentale, in particolare nella sua fascia saheliana, è oggi attraversata da una gravissima crisi dove si intrecciano le grandi sfide globali del nostro tempo: i cambiamenti climatici, la pressione demografica, gli squilibri sociali, la violazione dei diritti umani. Da tale intreccio derivano le principali criticità della regione: conflitti e insicurezza, migrazioni internazionali e interne, esodo massiccio dalle aree rurali ai centri urbani impreparati a riceverne i flussi, ricorrenti crisi alimentari, insufficienti opportunità di lavoro e di reddito.
È un quadro aggravato dalla mancanza di riconoscimento del ruolo e dei diritti delle donne, e dall’assenza di prospettive per i giovani. Dove l’aumento della “livelihood insecurity” e l’allentamento della coesione sociale in aree di limitato controllo statale facilita l’ingresso dei movimenti jihadisti armati. E dove, a causa della crescente instabilità, si sono create le condizioni per una “sicurizzazione” della governance con il Sahel e l’Alleanza G5 Sahel che influenzano, fino a strutturarle, le politiche di intervento e sviluppo nell’area.

Le risposte dell’

Agroecologia

Agroecologia

L’Agroecologia è un approccio integrato che applica concetti e principi ecologici e sociali alla gestione e alla progettazione dei sistemi agricoli e alimentari, per avviare percorsi di transizione verso modelli sostenibili e resilienti, centrati sullo sviluppo della biodiversità e sulle interazioni funzionali tra piante, animali, persone, che riducano al minimo i bisogni di input esterni. Promuove la cooperazione tra produttrici e produttori, società civile, ricerca, istituzioni per realizzare azioni dirette, sostenute da adeguate politiche pubbliche, impiegando strumenti partecipativi finalizzati alla co-creazione di conoscenze tra mondo contadino e comunità scientifica.
È un approccio che richiede sperimentazione continua da parte di chi lavora la terra, in costante evoluzione con il variare dei fattori interni ed esterni dell’agroecosistema, per produrre un insieme complesso di beni e servizi di vario tipo, che migliorano la qualità ambientale diversificando le opportunità di reddito. All’interno di questa visione la salute occupa un ruolo centrale: per l’azzeramento dei rischi di contaminazioni legati all’uso di erbicidi e pesticidi, per il miglioramento dei valori nutrizionali dei prodotti, per il contenimento dell’insorgenza di malattie legate agli allevamenti intensivi e alla distruzione di habitat naturali causati dall’agricoltura industriale.

Ultime news

Temi strategici e linee d'azione

L’obiettivo è quello di sostenere politiche pubbliche coerenti con la visione agroecologica su temi prioritari quali la distribuzione e l’accesso alle risorse primarie; la tutela della biodiversità, del patrimonio di sementi tradizionali e della proprietà intellettuale delle stesse; il riconoscimento dei saperi contadini; la protezione commerciale dei prodotti locali e la promozione di mercati di prossimità; la valorizzazione dell’agricoltura anche nelle aree urbane e peri-urbane e lo sviluppo degli investimenti necessari per sostenere la transizione in atto.



Per i popoli dell’Africa Occidentale la terra, come continuum di suoli agricoli, pascoli, foreste e acque, è vita, legame con le proprie radici, mezzo di produzione, fonte di servizi essenziali, condizione di resilienza. Ma anche una risorsa sempre più scarsa e di difficile accesso per le fasce sociali più vulnerabili. Lo è sul versante ambientale, per la desertificazione, l’erosione e la salinizzazione dei suoli, il disboscamento, dovuti ai cambiamenti climatici e a pratiche produttive insostenibili. E su quello sociale, per l’effetto combinato della frammentazione delle Imprese, a seguito della pressione demografica, e della loro concentrazione, causata dal landgrabbing, dalla produzione di biomassa a fini energetici e da altri fenomeni speculativi. L’Agroecologia affronta tutti questi aspetti con:
  • il recupero e la gestione sostenibile delle risorse naturali, suoli, foreste e acqua e dei sistemi agro-silvo-pastorali;
  • lo sviluppo di strumenti di governance della terra e dell’acqua inclusivi e responsabili;
  • la costruzione di capacità per gestire e risolvere dispute sulle risorse naturali.


Per sostenere la resilienza dei sistemi agro-alimentari, anche alla luce di un futuro contesto di varietà climatica imprevedibile su scala locale, è fondamentale sviluppare modelli decentrati e partecipati di ricerca e divulgazione, che includano anche il miglioramento genetico. Il tema dell’agrobiodiversità a tutti i suoi livelli, dalle sementi alle conoscenze ad esse connesse, deve diventare trasversale nei progetti di sviluppo rurale, in coerenza con ìl Trattato FAO sulle risorse genetiche per l’agricoltura e l’alimentazione (ITPGRFA), di cui l’Italia è tra i principali finanziatori. Salvaguardando in primo luogo i diritti di produttori e produttrici sanciti dal trattato.


Per sfruttare le opportunità offerte da una produzione varia e diversificata di beni che caratterizza tanto l’Agroecologia quanto l’agricoltura familiare in Africa Occidentale, le imprese familiari, le cooperative, le organizzazioni contadine hanno bisogno di accedere a ‘mercati’ e ragioni di scambio che siano in grado di governare e non subire. I mercati “territoriali” legati ai sistemi agricoli locali, nazionali e regionali, svolgono un ruolo fondamentale non solo per la sicurezza alimentare e la conservazione della biodiversità e la nutrizione, ma anche per lo scambio di informazioni conoscenze sui prodotti e sul cibo, lo sviluppo delle relazioni sociali, il coinvolgimento delle donne, e sono in grado di assicurare il valore aggiunto nelle mani degli attori dell’economia rurale.

La transizione agroecologica necessita di servizi innovativi di supporto ai produttori e alle produttrici, che tengano in adeguata considerazione le questioni di eguaglianza di genere e del lavoro dignitoso sotto il profilo dei diritti e dell’intensificazione del lavoro. Innovazioni che favoriscano la riduzione dell’uso di input esterni e promuovano una economia dei servizi avanzata come opportunità di impiego per le giovani generazioni, con la creazione di nuovi profili professionali.



In Africa Occidentale il ruolo delle donne è centrale nella produzione del cibo e nella cura dell’ambiente: non lo è invece nella partecipazione ai processi decisionali. Sono, insieme, le più impegnate nei lavori agricoli e il gruppo sociale a cui più è negato l’accesso alla terra. Svolgono un ruolo strategico nella sovranità alimentare e nella nutrizione delle famiglie, ma di questa economia di vita non c’è riconoscimento nelle politiche pubbliche, che sono ancora impostate su modelli patriarcali e di diseguaglianza di genere. Per questo la valorizzazione del loro contributo alla transizione agroecologica deve andare di pari passo con il riconoscimento pieno dei loro diritti.

 

Il riconoscimento e il rafforzamento del ruolo delle giovani e dei giovani è il primo passo per contrastarne l’emigrazione dalle zone rurali, causata dalla mancanza di opportunità di impiego e scarso accesso alle risorse produttive. Per rendere attrattivo il lavoro in agricoltura e facilitare il ricambio generazionale, è cruciale innestare un processo di concertazione all’interno delle famiglie, comunità, organizzazioni della società civile e amministrazioni pubbliche, favorendo al tempo stesso la creazione di posti di lavoro e attività generatrici di reddito basate su uno sviluppo a tutto campo delle capacità e competenze.

La coalizione Azione Terrae è supportata da