Mesa Noa Food Coop

Mesa Noa è una cooperativa fondata a Cagliari nel 2019 da una comunità di persone che pratica il consumo responsabile e che ha aperto in città il primo emporio autogestito della Sardegna. La cooperativa conta oltre 400 socie e soci ed è referente, unica in Sardegna, delle Cooperative di Comunità di Confcooperative.
Le socie e i soci di Mesa Noa coprono gratuitamente tutte le fasi di organizzazione e vendita necessarie alla gestione dell’emporio, il risparmio così generato consente di avere a disposizione prodotti di qualità a prezzi competitivi e di riconoscere il giusto compenso ai produttori.
I fornitori dell’emporio sono principalmente agricoltori e artigiani che condividono con Mesa Noa il rispetto della terra e dei cicli stagionali, la dignità del lavoro, la salute di chi lavora e di chi consuma. L’offerta dei prodotti viene poi ampliata attraverso grossisti di filiere biologiche, etiche e solidali.
Come sede dell’emporio, Mesa Noa ha scelto un quartiere periferico e popolare di Cagliari, laddove si è ritenuto fosse più essenziale sperimentare un progetto comunitario solidale e in cui si propone come spazio di incontro, di scambio di saperi e di mutuo aiuto.
Fin dalla sua costituzione, Mesa Noa promuove nel territorio eventi divulgativi sui temi dell’economia circolare e delle piccole economie locali, con l’obiettivo di costruire reti con gruppi e persone che condividono lo stesso orizzonte di valori in un quadro più ampio di innovazione e trasformazione sociale.


Società Cooperativa
L’Organizzazione è già parte della coalizione Azione Terrae?

Si

Italia
Via Crespellani 48 Cagliari 09121
Tiziana Diana (presidente cooperativa)
tiziana.diana@live.it
3495044387
mesanoa.org

Data di inizio

2019-03-21 00:00:00

Data di fine

Titolo del progetto (se la pratica è parte di uno specifico progetto)

Si

Mesa Noa Food Coop

Paese o paesi d’implementazione della buona pratica

Il modello Food Coop nasce nel 1973 a Brooklyn (NY), solo recentemente si sta diffondendo in Europa e in Italia. Qui la prima food coop è stata Camilla, a Bologna. Segue Mesa Noa a Cagliari, poi Oltrefood coop a Parma, Stadera a Ravenna, Le Vie dell’Orto a Grosseto, Edera a Trento, l’Alveare a Conegliano e a giugno ci sarà l’inaugurazione di Eufemia, a Milano. Le più importanti in Europa sono La Louve di Parigi

Paese principale

Se consideriamo come principale l’esperienza che rappresenta il modello che ha ispirato tutte le altre food coop in giro per il mondo, sicuramente parliamo degli Stati Uniti. L’esperienza di New York, iniziata nel 73 a Brooklyn, conta circa 17mila soci attivi, e mette a disposizione cibo locale e biologico ai suoi aderenti, con un modello collaborativo e di inclusione sociale che vede convivere perfettamente etnie e classi sociali di ogni tipo. Si tratta di un esperimento sociale di grande innovazione e ormai ampiamente collaudato. Il modello, da allora, viene replicato sostanzialmente identico anche in Europa. Anche Mesa Noa ha replicato lo stesso modello, pur adattandolo alle specificità del proprio contesto economico e sociale.

Regione e città

Sardegna, Cagliari

Dimensioni dell’agroecologia coinvolte nella pratica

Ambientale, Sociale, Economica

Principale tema strategico

Servizi

Terra: priorità

Alta

Semi: priorità

Alta

Mercato: priorità

Alta

Servizi: priorità

Alta

Donne: priorità

Media

Giovani: priorità

Alta

Terra: i fornitori dell’emporio sono selezionati tra piccoli agricoltori e artigiani che nei loro processi produttivi curano e preservano la biodiversità del territorio.
Semi: valorizzazione delle produzioni tradizionali che preservano e recuperano i semi antichi del territorio.
Mercati: l’emporio rappresenta un canale di vendita alternativo che assicura un equo compenso ai produttori; organizzazione di mostre-mercato e spazi di incontro e dialogo diretto con i consumatori.
Servizi: continuità di approvvigionamento nel punto vendita; informazione e sensibilizzazione su sostenibilità degli imballaggi, promozione del vuoto a rendere, dello sfuso alimentare, del riciclo e del riuso.
Donne: sono la gran maggioranza della base sociale del progetto.
Giovani: progetti di maggior coinvolgimento.

Mesa Noa agisce su diverse direttive, quella della produzione di cibo locale e sano, per le persone e per l’ambiente. Quella della costruzione di reti, tra persone, chiamate a partecipare attivamente alle scelte della cooperativa; tra soci e produttori, in un rapporto diretto e di scambio; tra realtà affini in quanto ai valori dell’ecologia, della solidarità e del mutuo aiuto. Oltre a produzione (economia) e reti (sociale), Mesa Noa è uno spazio di condivisione di saperi, cultura e arte, con la proposta di corsi di formazione, eventi di lettura, musica, teatro, cinema, pittura, e su temi di attualità, sia generali che locali. Altro settore è la ricerca, a Mesa Noa è stata dedicata una tesi di Laurea di uno studente de La Sapienza (RM) e ora è oggetto di studi presso l’università di Torino

La pratica ha qualche certificazione?

Si

Siamo stati valutati come “progetto innovativo ad alto impatto sociale” da un bando di Sardegna Ricerche della regione Sardegna, che ci ha assegnato un finanziamento di 40mila euro a fondo perduto.



Precedenti esperienze di agroecologia sul territorio individuato, considerando la categoria e le aree di intervento/pilastri scelti

Si

Specificare le dimensioni agroecologiche

Ambientale, Sociale, Economica

Bisogni individuati, riferiti al contesto e alle categorie

Bisogni economici, Bisogni ambientali, Bisogni sociali

– poter accedere a produzioni alimentari del territorio, sane e sostenibili, a prezzi accessibili anche per fasce sociali economicamente più deboli
– necessità da parte di contadini, artigiani e piccole aziende alimentari del territorio di inserirsi in un mercato alternativo a quello convenzionale, capace di dare valore a produzioni piccole, stagionali e di qualità e di riconoscere loro un giusto compenso
– maggiori occasioni di confronto tra consumatori e produttori sui temi della sovranità e della giustizia alimentare, difesa delle varietà tradizionali, della biodiversià del territorio, tutela dell’ambiente e delle risorse naturali
– crescente esigenza di recuperare i legami comunitari e le relazioni sociali, di creare occasioni per fare in modo che le persone possano riconnettersi alla natura in un rapporto di rispetto e valorizzazione. Recupero dei saperi antichi, legati alla natura, del saper fare, anche senza utilizzare risorse naturali, ma recuperando ciò che comunemente viene considerato “scarto”.


In questa sezione si intende approfondire la pratica in relazione al documento AT e all’SDG 4.7.

Obiettivi della buona pratica

contribuire alla costruzione di un modello economico e sociale, alternativo a quello attuale orientato unicamente al profitto, che rispetti l’ambiente, sostenga le piccole produzioni del territorio e pratichi forme di socialità solidali e inclusive;
– rafforzare la grande comunità di Mesa Noa, ampliando sia la sua base sociale che oggi conta oltre 400 tra socie e soci, sia la sua rete di piccole aziende locali agricole e artigianali;
– promuovere la creazione di reti solidali e partecipative; Mesa Noa ha finora promosso la costituzione di una rete di quartiere tra associazioni, comitati, gruppi e singole persone, l’obiettivo è di estendere la pratica agli altri quartieri che compongono la città, rivolgersi alle nuove generazioni, prevedendo azioni con le scuole di ogni ordine e grado.

Che tipo di sfida è stata affrontata?

Aprire in Sardegna il primo emporio autogestito ha implicato notevoli difficoltà iniziali sia nel percorso di empowerment per le socie e i soci, sia di inserimento in un mercato dominato dalla GDO e in un quartiere restio alle novità.
Le socie e i soci hanno imparato a far dialogare i propri valori con le necessità logistiche e amministrative della cooperativa, elaborando una modalità inclusiva e mutualistica di lavoro anche con i fornitori, improntata al riconoscimento reciproco, al superamento di stereotipi culturali, alla cura nella gestione dei conflitti.
La forte coesione della comunità ha consentito di appianare progressivamente parte dei problemi più stringenti, compreso l’aver dovuto affrontare, e superare, la crisi pandemica, iniziata pochi mesi dopo l’avvio del progetto.

Spiega le tue scelte

– la scelta di aprire un emporio autogestito ispirato all’esperienza delle food coop è stata presa per superare i limiti dei GAS (gruppi di acquisto solidale), che non sono quasi mai dotati di uno spazio a disposizione dei soci per dare continuità ai propri scopi e fare anche attività sociali e di relazione;
– è stato scelto il settore alimentare perchè sempre più evidente la scadente qualità del cibo mediamente proposto nei normali supermercati e la marginalità assegnata ai prodotti del territorio. Evidente e ritenuto ingiusto il trattamento riservato alle piccole produzioni da parte della GDO, che non remunera adeguatamente il lavoro nelle filiere produttive.
– la scelta del quartiere periferico è stata fatta ritenendo di poter proporre attività e servizi capaci di rivitalizzarlo.

In che modo la pratica incontra le 5 P dell’Agenda 2030

Persone: Nasce come progetto comunitario che mette al centro le persone, incoraggia una comunicazione etica e inclusiva, lo scambio e il mutuo aiuto.
Pianeta: Sostiene piccole aziende e comunità locali che preservano l’ambiente, la biodiversità e lacultura del territorio.
Prosperità: l’emporio crea valore per i soci, per i suoi fornitori e per la società.
Pace: Pratica la mediazione e risoluzione pacifica dei conflitti al proprio interno. Fa parte della Rete Warfree, imprese per un’economia libera dalla guerra.
Partnership: Terre colte, associazione per il riuso delle terre incolte; In Our Garden Sardinia, azienda di permacultura; Scuola della Terra, laboratori e campi estivi di cultura ecologica; Rete di quartiere; Confcooperative; Rete Italiana delle Cooperative di Consumo Autogestite.


In quali settori la pratica ha apportato maggiori cambiamenti?

Formazione, Sviluppo associativo e istituzionale (includendo reti e cittadinanza attiva), Altro

In quale Tema Strategico la pratica ha apportato i maggiori cambiamenti?

Servizi

Spiegare in termini qualitativi e quantitativi

– divulgazione di nuove forme di consumo critico e responsabile, misurabile con l’aumento costante del ventaglio di prodotti, delle vendite in emporio e del numero di soci
– implementazione di una modalità di cooperazione con i fornitori sulla base di un rapporto diretto di fiducia reciproca e di condivisione di valori, misurabile con il maggior numero di fornitori e con il fatto che spesso riusciamo a far loro accogliere richieste che vanno incontro all’economia circolare (come il riuso dei contenitori con i quali ci consegnano alcuni prodotti)
– aggregazione di gruppi e associazioni del quartiere, misurabile con la creazione di Vivi Mulinu Becciu (rete di realtà sportive, culturali, formative e associative già esistenti) e con i tanti eventi proposti nel e per il quartiere; collaborazioni con il MuBe (centro di quartiere)
– promozione della cultura del riciclo con la creazione di un laboratorio sartoriale che riusa tessuti dismessi e propone oggetti che vanno incontro all’economia circolare (come le sportine per la spesa e i sacchetti per conservare e acquistare i prodotti sfusi venduti in emporio).

Descrivere le azioni per replicare la pratica

La forza di un progetto sostenibile sta nella coesione della comunità che lo promuove e nella partecipazione del territorio che lo accoglie. La costruzione della comunità intorno a una visione e a valori condivisi nasce da una stagione intensa di incontri, feste e dibattiti. Socie e soci si sono formati in un percorso di autogestione, assunzione di responsabilità, scambio di saperi. Con i fornitori si è realizzata una modalità di cooperazione basata su un rapporto diretto di fiducia reciproca. Comunicare l’esperienza con eventi e promozione sui social è fondamentale. Mesa Noa ha scelto di farlo anche attraverso un documentario che racconta il progetto dalla sua ideazione fino all’apertura dell’emporio. Altra azione è quella del supporto delle food coop esistenti ai nuovi progetti.

Descrivere come la pratica sia sostenibile

La sostenibilità economica viene raggiunta cercando di allargare il più possibile la base sociale. Il numero delle adesioni deve costante crescere fino ad arrivare a livello minimo che possa garantire il necessario avvicendamento dei soci volontari che prestano gratuitamente il loro tempo nei turni in emporio e nelle altre attività funzionali alla vita della cooperativa. Questo garantisce un abbattimento notevole dei costi del personale e permette di tenere bassi i prezzi dei prodotti di qualità, locali e amici dell’ambiente. Più siamo ad acquistare nel nostro emporio e più si può abbassare il ricarico che la cooperativa fa sul prezzo riconosciuto al fornitore e, quindi, il prezzo di vendita a beneficio dei soci. L’altra sfida è quella di motivare costantemente i soci volontari.